Nightguide intervista Tatum Rush

Nightguide intervista Tatum Rush


Un terzo italiano, un terzo svizzero e un terzo americano: Tatum Rush è bilingue, è un musicista e produttore e ha fatto uscire Drinks alchemici, il suo primo EP in italiano, il 13 Febbraio. Al contrario di molti artisti che partono con l'italiano e passano all'inglese solo in seguito, Tatum Rush si è mosso controcorrente ed ha pubblicato un EP con quattro pezzi: Barbarella, Spettri, Chimera e Omega (feat. Nancy) sono usciti per Undamento pochi giorni fa, prodotti da Tatum Rush stesso con Ceri. Tatum Rush naviga fra lo spirituale e un paio di gomiti appoggiati al bancone di un bar, fra lo zen e un sabato sera: pop contemporaneo, r n'b e un cosmopolitan.





Domanda che sicuramente ti aspettavi: come mai hai deciso di iniziare a usare l'italiano per la tua musica? E ti fa sentire più esposto rispetto all'inglese?
Scrivo in inglese ormai da diversi anni, ho provato l'ultimo anno a sperimentare con l'italiano e mi sono sorpreso di quanto sia bella questa lingua. Lavorando già con Stefano Ceri di Undamento avevo già un aggancio in Italia e voilà.


Restiamo sul tema: spesso succede che gli artisti passino all'inglese dall'italiano per allargare la propria platea. Come mai tu ti sei mosso al contrario?
Sono bilingue inglese e italiano, avendo vissuto soprattutto in paesi francofoni mi veniva normale scrivere in inglese, ma ho anche sperimentato col francese e lo spagnolo. È giusto che provi anche con l'italiano. Spero solo che il mio prossimo disco non sia in dialetto ticinese.


Tatum Rush è il tuo nome d'arte, ma sembra anche un suono. Due colpi di rullante e uno di crash. Da dove viene questo nome?
È bellissimo quello che dici, non me lo aveva mai detto nessuno. È il mio vero secondo nome e vero cognome.


Drinks alchemici è un titolo bello evocativo. Da un certo punto di vista ogni drink potrebbe essere alchimia, visto che si parla di miscelare liquidi e poi berseli. Tu fai come gli alchimisti e cerchi la pietra filosofale o bevi e basta, magari rimuginandoci un po' sopra?
Haha, sei uno spasso andiamo a bere qualcosa? Riguardo all'alchimia non si tratta solo di miscelare liquidi, ma è più una pratica volta a provocare una trasmutazione metafisica, attraverso corrispondenze metaforiche con sostanze fisiche, è questo che mi interessa nell'idea dell'alchimia, l'idea di sviluppo personale attraverso un esercizio metaforico. Io cerco di evolvere, o perlomeno rigenerarmi, anche attraverso la scrittura musicale.


Curiosità pura: ti sei esibito all'Eurosonic e al Monterux jazz festival. Come è stato? Hai qualche ricordo particolare che ti va di condividere?
Mi hanno invitato alla festa di compleanno di Quincy Jones la sera dopo il mio concerto a Montreux che compieva ottant'anni. C'erano tutti, Jorja Smith, Ibrahim Malouf, Richard Bona, a turno tutti a suonare ... io ero zoppo dopo una caduta post-concerto e avevo un bastone tipo un marchese e mi sono spacciato per l'agente di Quincy per avere champagne gratuito.


Sai già se ci sarà un tour? E se si, dove porterai Drinks alchemici?
Siamo in fase di trattative, vorrei fare un concerto sul tetto del Duomo di Milano.


Ora odiami pure: quali sono i tuoi tre dischi preferiti?
Chet Baker Chet Baker Sings (1954), Jai Paul Bait Ones (2013), Gene Ammons Boss Tenor (1960).

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