Nightguide intervista i Random Clockwork

Nightguide intervista i Random Clockwork


Wires è l'album di esordio degli italiani Random Clockwork, nato dopo due anni di lavoro ed è, più che ispirato, fatto di musica dura e libera, poco incline a seguire le esigenze di mercato e ammorbidirsi per far felici gli altri. I Random Clockwork usano maschere di animali per salire sul palco, anche se se ne liberano dopo poco tempo, e l'uso del simbolismo si allunga anche nei testi delle canzoni: la band scrive di biologia per parlare di paura, attitudini, viaggi interiori e memoria, di cosmologia per parlare di attrazione fisica e punti di non ritorno, e guarda alla vita come un gioco cabalistico, e alla natura come una divinità potente e meravigliosa. I Random Clockwork sono Danila, Andrea, Marco e Valerio.





Iniziamo da una domanda improbabile: c'è chi dice che chi usa maschere e costumi di scena (vedi Slipknot, Ghost et similia) lo fa per distrarre perché la sua musica ha poco da dire, io invece credo che, teatro docet, le maschere servano a liberarci e rendere possibile esprimere e fare qualle che altrimenti ci riuscirebbe difficile fare. Voi che ne pensate?
In generale pensiamo che nessuna maschera possa nascondere un'eventuale pochezza di contenuti, di qualunque natura. Gli Slipknot con la loro musica e la loro presenza scenica tirerebbero giù un palazzo anche vestiti da impiegati. Nel nostro caso usiamo le maschere all'inizio dei concerti (quindi non come elemento costante) per suggestionare ulteriormente lo spettatore, e proiettarlo in una visione spersonalizzata delle cose, fuori dall'Io-individuo, esattamente come i nostri brani guardano alla vita.


Magneto ed Event Horizon sono canzoni cosmiche nel senso fisico del termine: come mai questa fascinazione con lo spazio, cose che fra l'altro condivido?
Subire la fascinazione per lo spazio può significare due cose: la prima è la tendenza a guardare in alto, a rivolgere l'attenzione, la curiosità e lo studio a dei meccanismi molto più grandi di noi, eterni dalla nostra angolazione temporale, ed emblematici anche per ciò che accade qui giù. Ricorda molto, in chiave scientifica, ciò che da un punto di vista mistico è la tensione verticale verso Dio. Secondo poi, solo da un tipo di prospettiva cosmica possiamo rivolgere lo sguardo verso noi stessi, e verso il nostro piccolo e stupendo pianeta, ed avere una visione di insieme completamente diversa. Quando si guarda la Terra dall'esterno, da un lato si percepisce un senso di fragilità enorme nei confronti della scala cosmica, dall'altro ci si rende conto dell'unicità e del gran colpo di fortuna che abbiamo nel risiedere nella cosiddetta zona abitabile, che ha reso possibile questo paradiso e la genesi della nostra specie, statisticamente più unica che rara.


Avete scritto una canzone per Inanna, la dea sumera dell'amore, poi ci sono canzoni sul cosmo, pezzi con influenze cabalistiche e biologia: devo chiedervelo per forza. Cosa leggete che vi rende così poliedrici, dal punto di vista dei tesi? Da dove esce questa roba bellissima?
Non siamo dei grandissimi lettori in realtà, ma non sono mancate letture di saggi di diversa natura. Siamo sicuramente dei curiosi, e dei contemplatori della Bellezza. E questa risiede in tutte le cose, micro o macro che siano. La cosa più affascinante è la scoperta di parallelismi incredibili attraverso lo studio comparato delle varie scienze e religioni, talmente forti che si fanno simbolo, e palesano le “leggi” che governano e valgono per i diversi piani dell'esistenza.


Visto che scrivete di tutte queste cose, cosa vi fa scattare la molla? Quand'è che vedete qualcosa e pensate “Oh, potrei farci una canzone”?
Come dicevamo prima la bellezza risiede in tutte le cose, basta saper osservare. Con questa premessa sarebbe però difficile preferire un tema ad un altro, ma esiste una sorta di selezione naturale anche qui. Ad un certo punto arriva un concetto che ci chiama a gran voce, e vince prepotentemente sugli altri inputs, ed il gioco è fatto. O meglio, comincia. L'ispirazione è quindi apparentemente casuale (random), la messa in opera è meccanica (clockwork).


Domanda più normale: Wires è uscito il 29 Novembre, avete già qualche feedback da riferirci?
Sono uscite le prime recensioni e sono tutte positive, alcune estremamente entusiastiche, e ne siamo felici. Soprattutto del fatto che i recensori hanno approfondito l'ascolto, scoprendo come te, cosa c'è alla base della nostra musica. Grazie per questo.


Domanda che odiano tutti, ma non vi risparmio: quali sono i vostri tre dischi preferiti, in assoluto? Ve ne concedo quattro in caso di grossa crisi.
Lateralus dei Tool, The Downward Spiral dei Nine Inch Nails, Mezzanine dei Massive Attack, Microchip Emozionale dei Subsonica.

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