Nightguide intervista Darius Keeler, frontman degli Archive, da domani in Italia per 3 date imperdibili

Nightguide intervista Darius Keeler, frontman degli Archive, da domani in Italia per 3 date imperdibili

A due anni dal loro ultimo tour nel nostro paese, gli Archive faranno tappa in Italia per festeggiare con i fan i primi 25 anni di attività. Gli appuntamenti da segnare in calendario sono per questo lunedì 2 dicembre 2019 all'Estragon di Bolognamartedì 3 dicembre presso la Sala Sinopoli dell'Auditorium Parco della Musica di Roma e mercoledì 4 dicembre all'Alcatraz di Milano. I biglietti sono disponibili sui circuiti VivaticketTicketmasterTicketone (online e punti vendita) e in cassa la sera del concerto.
 
Gli Archive sono un collettivo britannico nato nel 1994 a Londra da un'idea di Darius Keeler Danny Griffiths, che comprende, oltre i due fondatori, artisti individuali come Pollard Berrier, Rosko John, Dave PenMaria QHolly MartinSteve HarrisJonathan NoyceSteve “The Menace” DavisSteve “Smiley” Barnard e Mickey Hurcombe. La band, che ha all'attivo 12 album in studio, ha esordito con Londinium (Island Records, 1996), un mix di progressive rocktrip-hop ed elettronica che li ha definiti subito come un progetto controtendenza. Quest'anno gli Archive festeggiano il loro anniversario con un incredibile tour e con uno speciale cofanetto, 25 (Pias), uscito lo scorso 10 maggio e contenente 43 delle loro migliori tracce su 6 CD e 8 inediti, incluso il singolo Remains Of Nothing realizzato con i Band Of Skulls.
 
«È difficile capire come abbiamo fatto a restare insieme per tutto questo tempo, ma è straordinario!» ha affermato Danny Griffiths. «Penso che sia perché Darius ed io ci sfidiamo costantemente, c'è rispetto e comprensione reciproca. Andiamo sempre nella stessa direzione e abbiamo tanta voglia di sperimentare!».
 
www.archiveofficial.uk
 

Nightguide. Come ci si sente ad aver “compiuto” 25 anni?
Darius Keeler. Sorpreso, in un certo senso! È stata una carriera molto turbolenta; ho visto tante cose e tante cose sono successe. Siamo passati attraverso un sacco di rimaneggiamenti, e infatti ci piace definirci più un collettivo che una band. Ma in generale ti posso dire che ho in questi anni con gli Archive ho vissuto alcuni dei momenti più belli della mia vita e quindi posso dirti che sono molto contento di essere arrivato fin qui.

NG. 25 anni per un essere umano sono uno strano traguardo perché ti trovi a non essere più un ragazzino ma non ti senti ancora un adulto. Per una band sono un sacco di tempo, molte non ci arrivano, quindi potreste definirvi una “band adulta”. Tu come la vivi? Pensi di essere entrato in una fase più riflessiva o agisci istintivamente come agli esordi?
DK. Ti dico che ci sentiamo ancora molto freschi e immaturi. Ci piace ancora molto goderci la parte divertente di questo lavoro e forse un po' come molti artisti, ci sentiamo ancora dei ragazzini che non vogliono crescere. Poi la dimensione della band in qualche modo ti difende e ti consente anche di essere un po' più infantile. Ci sentiamo come si dice degli Young/Adult. (ride)

NG. Possiamo dire che siete in quella fase in cui avete trovato un lavoro ma ancora non riuscite a rinunciare alla sbornia del venerdi sera con gli amici.
DK. Esattamente!

NG. “25” è quasi sicuramente il vostro progetto discografico più complesso e ambizioso. E ricordiamo, per chi non lo sapesse, che consiste di una raccolta uscita in vari formati con 43 tracce selezionate in tutto il vostro repertorio, più sette inediti e un libro di 160 pagine, per raccontare questo percorso. Un lavoro molto articolato.
DK. Si, è vero, ma è stato anche un lavoro molto godevole e piacevole da fare. Sai quando si è in una band da tanto tempo a volte si cade in quella specie di routine nuovo album/tour e a volte, come in questo caso, è bello fermarsi e rimettere mano a tutto quello che si è fatto, rivalutarne alcune cose, riflettere sui cambiamenti e su tutto quel lavoro che a volte ti è passato davanti troppo in fretta. È stato davvero bello ripercorrere questo lungo viaggio. In più abbiamo avuto questa magnifica opportunità di registrare queste nuove 7 tracce con il supporto di una vera orchestra e una produzione fantastica. E pensando a quello che avevamo fatto finora, è stato davvero incredibile lavorare alla realizzazione di qualcosa di così bello e unico.

NG. Quando penso al tipo di musica che fate voi, il progressive rock, mi viene da riflettere sul fatto che forse dopo tanti anni di oblio in cui era stato un po' dimenticato, stia tornando prepotentemente in voga anche tra le band emergenti. Si sentono sempre più spesso queste sonorità che rimandano ai decenni passati. Che ne pensi?
DK. Ci tengo a sottolineare, per gli amanti del genere, che noi non suoniamo un prog rock classico come quello dei King's Crimson, dei Genesis e band simili. Noi ci definiamo una band progressive ma abbiamo anche molte influenze industrial, ma si sono d'accordo con te. In generale tutto questo filone di musica sta vivendo sicuramente un momento di ritrovato entusiasmo sia da parte delle band che da parte del pubblico.

NG. Nella vostra carriera voi avete toccato tantissimi argomenti con la vostra musica, dalle canzoni d'amore a quelle di protesta e denuncia. Dopo questi 25 anni ci produzione musicale, pensi di poter dire che la musica di band così longeve come la tua abbia un ruolo di influenza sulla vita delle persone?
DK. Credo proprio di si. Quando ci esibiamo ad un concerto o ad un festival ci capita spesso di incontrare i nostri fan, di tutte le età, anche molto giovani. Ci è capitato che alcuni di loro ci raccontassero degli episodi della loro vita in cui la nostra musica aveva penetrato e influenzato la loro vita aiutandoli a prendere delle decisioni. A volte è qualcosa a cui non pensi, ma sempre molto piacere sapere che la tua musica può aiutare qualcuno. È una grande responsabilità e a volte è meglio non pensarci troppo.

NG. Pensando a questo lungo percorso, quali sono stati il momento più alto e quello più basso attraverso i quali siete passati?
DK. Sicuramente il momento peggiore è stato il periodo in cui per la seconda volta abbiamo rischiato di scioglierci per via di cambiamenti nella formazione. Quello è stato davvero un periodo bruttissimo e mi sono ritrovato a piangere un sacco di volte. Io di solito sono una persona molto felice, ma quello è stato davvero un periodo duro da passare. Per fortuna, invece, non posso dirti un periodo al top in particolare, perché ne abbiamo vissuti talmente tanti che mi risulta impossibile identificarne uno nello specifico. Forse il momento più importante ed eccitante per me, come credo per qualsiasi artista, è stato quando per la prima volta abbiamo realizzato delle demo dopo aver firmato il primo contratto discografico. Il momento in cui tutto è iniziato forse è quello che ricordo con maggiore eccitazione. In quel periodo non avevo un soldo ed ero in una situazione veramente disperata e ricevere tutto quell'interesse nel lavoro che stavo facendo con la band è stata davvero una sensazione fantastica.

NG. Domani finalmente arriverete in Italia per 3 fantastiche date all'Estragon di Bologna, all'Auditorium Parco della Musica di Roma e all'Alcatraz di Milano. Siamo quasi alla fine del tour, vi rimangono solo un paio di date in Spagna, ma state arrivando da quasi due mesi in cui avete inanellato un sold out dopo l'altro. Direi un ottimo risultato.
DK. Quando ti trovi davanti un calendario del genere e vedi tutti quei sold out non puoi che dire “WOW”! E' davvero incredibile raggiungere un risultato del genere dopo tutti questi anni.

NG. Cosa rappresenta la musica nella tua vita se la dovessi descriverla in 3 parole?
DK. My ongoing sanity! (il mio attuale stato di salute mentale)

NG. E per chiudere, quali sono i tre album che più ti hanno influenzato e che mai potrebbero mancare nella tua collezione?
DK. Radio-Activity by Kraftwerk; Who's Next by The Who; Abbey Road by The Beatles.

Intervista a cura di Luigi Rizzo.
 
 

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